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Sunrise Malawian Tailor’s shop: quando il talento fa bene
18:27
“Chiamatelo amore, chiamatelo mal d’Africa… di sicuro è qualcosa di unico che probabilmente ha a che vedere col fatto che l’Africa è il luogo dove l’uomo è nato e, come dice Don Federico Tartaglia, il luogo dove l’uomo vuole ritornare. Il Malawi ti trascina in un vortice di sentimenti contrastanti. I colori e gli odori… tutto è all’ennesima potenza. Le persone sono accoglienti, i bambini ti sorridono e ti stringono le mani, affamati di contatto.”Con queste parole le due volontarie del gruppo “Il nostro Malawi”, Viola Ponzi di Ladispoli (28 anni) e Alessia D’Ippolito di Roma (27 anni), descrivono la loro esperienza in Malawi.
Loro si prendono cura di “Sunrise”, un progetto di sviluppo e senza scopo di lucro che nasce dall’idea di avviare un piccolo laboratorio sartoriale vicino Mangochi, precisamente a Koche.
Nel contesto della fattoria Utawaleza, hanno ristrutturato il locale adibendolo a sartoria. Qui alcune ragazze del posto hanno frequentato un corso per confezionare abiti e accessori, a partire dal tipico tessuto malawiano: il chitenje. Un’iniziativa volta a fornire i mezzi necessari per l’apprendimento di un mestiere e la valorizzazione della dignità lavorativa e dell’autonomia, ma che, al contempo, vuole essere anche un piccolo incentivo al commercio locale. “Servirà a qualcosa ciò che faremo? Il progetto andrà in porto?” Per ora possono solo farsi tante domande. “Ma – ci dicono – siamo fiduciose… e molto felici”.
Progetti futuri? Sunrise è un progetto che tende a svilupparsi per raggiungere l’indipendenza e l’autosufficienza lavorativa ed economica. “Le idee – ci spiegano – sono innumerevoli, le paure anche, perché questo vuol dire cercare di entrare in un mercato locale che vede delle difficoltà importanti, dove il valore della moneta continua a scendere vertiginosamente, dove il turismo è rallentato, dove la concorrenza è spietata”.
Ma loro non sono per niente arrendevoli: hanno presentato il progetto presso i lodge della zona (dove c’è maggiore movimento di persone e soldi) proponendo i loro prodotti. Perché per loro è importante che la sartoria sviluppi anche localmente (la difficoltà della distribuzione dei prodotti all’estero è immensa, soprattutto da un punto di vista economico), perché ci tengono ad essere una boccata d’aria prima di tutto lì, con il sogno nel cassetto di estendersi, un giorno, nella town.E la perseveranza paga. Il Makokola Retreat, il resort a cui puntavano, ha accettato i loro prodotti. Ovviamente questo ha portato un entusiasmo generale, ma anche una serie infinita di cose a livello amministrativo: hanno dovuto allestire cataloghi, codici dei prodotti, riassortimento. Un’altra notizia positiva è che ci sarebbe anche la possibilità di inserire l'Utawaleza come meta dei tour che organizzano per i turisti. Vi immaginate?
Ecco come si costruisce una storia di successo. Pang’ono-pang’ono (piano piano), credendoci e non mollando mai. Azzurra Patriarca


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