Itinerari e Degustazioni
Ladispoli, la Città del Carciofo Romanesco
23:0866^ Sagra del Carciofo Romanesco - 8/9/10 APRILE 2016
Ogni anno la sagra del carciofo è l’occasione per promuovere il principe dell’enogastronomia tradizionale romanesca con profumi, sapori, delizie ed eccellenze in piazza anticipate dall’iniziativa Bi-settimana Gastronomica, in cui i migliori ristoratori della città propongono menù turistici a prezzo fisso, con piatti tradizionali dedicati al carciofo, come il brodetto di carciofi, i carciofi alla Giudia, i carciofi alla romana, i carciofi fritti, i carciofi alla Giuditta, le linguine ai carciofi e i carciofi ripieni.
Il carciofo romanesco, detto anche “mammola”, può essere consumato a tavola in moltissimi modi: fritto, stufato, lessato, grigliato oppure in salse e primi piatti. Negli stand gastronomici della sagra la possibilità di degustarlo nelle varie cotture. D'altronde la storia del Carciofo nella nostra penisola è ricca ed articolata e quella della Sagra del Carciofo Romanesco di Ladispoli ancora di più è riuscita ad attrarre sul territorio interesse, economie, attenzione. Proprio come nelle intenzioni dei suoi lungimiranti padri, ovvero coloro che fondarono l'allora neonata pro loco che ancora oggi si occupa della promozione ed organizzazione della sagra.
La storia del carciofo nelle nostre terre è lunga, sembra fosse già molto diffuso fin dal 1915/30 data in cui se ne rintracciano le prime estese coltivazioni, e anche ben conosciuto dai Romani. Inoltre era un prodotto tipicamente primaverile, fattore interessante in quanto la primavera era un momento ideale per poter collocare un evento che avrebbe attirato turisti sul territorio e lanciato e promosso la stagione turistica estiva.
Fu il 2 aprile 1950 che ebbe luogo la prima edizione della Sagra del Carciofo Romanesco di Ladispoli. Ovviamente era una sagra fatta in economia, dove la creatività, il volontariato, la passione e il credo nel progetto fecero molto di più di quanto ci si potesse aspettare.
Giunsero poi presto in aiuto la forza di un territorio, allora formidabilmente agricolo, che diede alla sagra una sferzata di energia, di novità e di partecipazione che poi non abbandonò più negli anni questa festa. Tutte le aziende agricole di Ladispoli, ma non solo, anche di Cerveteri, e le aziende più grandi di Maccarese e di Torrimpietra accorsero e misero in mostra la loro meraviglia di carciofi, celebrando il re carciofo in tutta la sua maestosità.
Fu così che la sagra prese il largo, veleggiando in mare aperto senza ostacoli, crescendo ogni anno di più. Ogni anno si investiva di più, si chiamavano a suonare le bande musicali più famose, si inventavano ed ingegnavano nuove attrattive, famose quella del padellone che friggeva i carciofi in piazza (oggi ancora presenti seppur senza il famoso padellone!), oppure la gara tra le trattorie e i ristoranti del luogo sul Miglior Carciofo alla Giudia premiato con “Il Carciofo D'Oro”.
Negli anni il Carciofo Romanesco e la sua sagra sono stati capaci di spaziare oltre i ristretti confini provinciali e regionali, e divenire sempre più conosciuti a livello nazionale. I media hanno fatto la loro parte, entusiasmati dalle sue qualità nutritive e dalla sua straordinaria bontà. Il mondo enogastronomico e cuochi famosi lo hanno adottato e reso sempre più conosciuto. Nel tempo sono arrivate le glorie oltre i confini nazionali, tanto che la città di Ladispoli è gemellata con diverse città di tutto il mondo per condividere la cultura della coltivazione del carciofo.
Come per tutte le cose più preziose i tentativi di imitazione sono numerosi. In particolare la globalizzazione ha giocato brutti scherzi in questo senso ma il nostro Carciofo Romanesco si difende, forte di quasi un secolo di storia, forte delle origini e della forza insostituibile della terra su cui cresce.Una terra che ha donato proprietà organolettiche inimitabili, e che ha dato ricchezza agli agricoltori e agli abitanti di Ladispoli forse molto più di quanto ne siano consapevoli. Certo la modernità pone nuove sfide.
Di sicuro lo stesso sguardo lungimirante e pieno di fiducia di coloro che hanno lanciato la prima sagra dovrebbe ispirarci. Pensare che con semplici strumenti e tanta creatività hanno iniziato un percorso che oggi richiama per questo appuntamento più di 450.000 presenze ogni anno dovrebbe farci riflettere, come ci racconta il presidente della Pro Loco Claudio Nardocci. E' proprio a partire da quello sguardo pieno di forza e certezza verso le proprie possibilità che siamo arrivati quasi senza accorgercene alla 66°edizione dell'appuntamento più frequentato tra le fiere e sagre nazionali! Come non inchinarsi davanti a sua maestà il Carciofo Romanesco? Che buona sagra sia! Valentina Vidor
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