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Al via la 9ˆEdizione del Roma Fiction Festival 2015

Nell’autunno caldo del 2015, il testimone capitolino passa dal cinema alla tv. Cinema Adriano, Auditorium della Conciliazione e Giardini...

Nell’autunno caldo del 2015, il testimone capitolino passa dal cinema alla tv.

Cinema Adriano, Auditorium della Conciliazione e Giardini di p.zza Cavour: queste le location della IX edizione del Roma Fiction Fest, che aprirà i battenti l’11 novembre nella Capitale. Da poco chiusi, invece, quelli della Festa del Cinema, di cui abbiamo già parlato e che, con cinquantatré film presentati da ventiquattro paesi diversi, trecentotredici proiezioni e oltre trentacinquemila biglietti venduti, conferma che il “New Deal" sembra aver premiato la riformulazione dei contenuti (nessun concorso ad esclusione del premio popolare BNL andato ad “Angry Indian Godesses” di P. Nalin). Così, anche il Roma Fiction Fest entra nella centrifuga del rimescolamento e, dopo l’esperienza del 2010, ripropone la sezione del “Concorso Internazionale”, prevedendo ben dodici premi (più quattro speciali), tra cui: migliore attore, attrice e regista in una nuova tv series/Limited series/Tv Movies, Premio Speciale della Giuria e Premio Roma Fiction Fest alla sceneggiatura. A decretare il nuovo olimpo della serialità nostrana (e non solo), saranno il Presidente S. Van Zandt e i giurati G. De Cataldo, G. Cucciari, G. Satta e S. Disegni.
Un’edizione al contempo “pop e cult”, quella del 2015, come la definisce Piera De Tassis (nel doppio ruolo di Presidente della Fondazione Cinema per Roma e di Coordinatrice del Festival) durante la presentazione del programma, affiancata dai presidenti della Regione Lazio, della Camera di Commercio e dell’APT, partner ideatori-organizzatori-finanziatori della manifestazione. Di serialità innovativa ci parlano senza dubbio i titoli in concorso e, soprattutto, l’istituzione di una categoria, “Tv on Stage”, dedicata alla serialità teatrale, con i prodotti “Les Trois Soeurs”  (Francia) e “In cerca d’autore” (Italia).
Quarantanove prodotti di genere, sei masterclass, due retrospettive, sei eventi speciali, due progetti speciali e nove prodotti fuori concorso, per cominciare con gli importanti numeri di questa edizione del Festival, la cui apertura sarà affidata a M. Tullio Giordana (“I cento passi”), questa volta alle prese con “Lea”, un film per la Tv (fuori concorso) sulla figura di Lea Garofalo, testimone di giustizia e vittima della ‘ndrangheta mentre, nel “ruolo” di madrina dell’intera manifestazione, ritroveremo la Simona Tabasco di “E’ arrivata la felicità”. Gli eventi collaterali comprenderanno un omaggio a Sandokan (e a Sergio Sollima) nonché il ritorno del cast di “Un medico in famiglia”, oltre alla presenza di personaggi del calibro di P. Haggins e J. Reitman (la lista potrebbe allungarsi nelle prossime ore) e dei fenomeni (di giovani e bambini) “The Pills” e “Masha e Orso”. Da tenere in considerazione l’evento “Gli insospettabili” che, grazie al piglio di Ivan Cotroneo, metterà a confronto personaggi come N. Aspesi e L. Guadagnino, che confesseranno al pubblico del Fiction Fest i loro (insospettabili) gusti in tema di prodotti seriali.

Per quanto riguarda le dodici pellicole del “Concorso Internazionale”, vogliamo partire dall’Italia e da un prodotto che, in qualche modo, potremmo definire legato alla nostra città. Parliamo della serie “Limbo”, di L. Pellegrini (con K. Smutniak), tratta dall’omonimo romanzo di M. Mazzucco, in cui si narra di una reduce dall’Afghanistan che, dopo un incidente sul campo, viene rimandata a casa per curare il disturbo post-traumatico da stress.
Nel romanzo, il luogo del ritorno è Ladispoli; chissà se l’ambientazione della serie resterà fedele all’originale. L’americano “Mr. Robot”, sull’hacktivism, seppur accolto dal pubblico mondiale con un certo distacco, è un prodotto intelligente e di stretta attualità mentre “The man in the High Castle” è un adattamento del romanzo “La svastica sul sole” (P.k.Dick). Dalla prolifica Gran Bretagna arrivano “Glue” e “Capital”; il primo su una comunità di giovani borderline nell’Inghilterra rurale e l’altro, adattato dall’omonimo romanzo di J. Lanchester. Grande attesa per “Occupied”, da un’idea di Jo Nesbo (creatore del personaggio letterario di Harry Hole), ambientato in un futuro immaginario in cui i Russi invadono la Norvegia e il noir “Trapped”, ideato dal regista di “Everest” ed ambientato negli splendidi paesaggi islandesi.

Ambientazione fantasy-sociale per il francese “Trepallum” mentre, dalla fredda Germania, arriva “Deutschland 83”, storia di un giovane dell’Est che finisce come sostituito militare nella Germania dell’Ovest e si ritrova a fare la spia. E se l’horror psicologico è garantito dall’austriaco “Glitch”, il sudamericano “O Hipnotizador” porta a Roma l’adattamento dell’omonimo fumetto di De Santis e, per finire, la Corea del Sud partecipa con un tv-movie sull’emancipazione femminile, dal titolo: “The trial of Chungayang - A girl prosecuted by feudalism”.
Se i numeri della tv surclasseranno quelli del cinema nei festival come nei botteghini virtuali che uniformano sale e salotti lo scopriremo nel tempo, un po’ come sapremo se l’on-demand e la banda larga annulleranno cinema e tv con un battito di fibra ottica, etichettando come “vecchi” questo e milioni di altri articoli. Per ora buon Fiction Fest…a dicembre l’ardua sentenza!  Francesca Di Girolamo

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