Film e Spettacoli da vedere
Speciale Notte degli Oscar ‘15
21:05
La lotteria del cinema d’oltreoceano sta per estrarre i suoi numeri vincenti: la 87° edizione degli Academy Awards, meglio noti come Oscar, si svolgerà al Dolby Theatre di Los Angeles il 22 febbraio prossimo. Inusuale la scelta del timoniere, che ricade su Neil Patrick Harris, il simpatico Barney Stinson di "E alla fine arriva mamma”, testimonial di tante battaglie per i diritti GLBT e volto noto alla TV molto più che al cinema. Se a far discutere, come sempre, sono gli esclusi eccellenti, tra cui “Gone Girl” e “Mr. Turner”, il tema portante delle candidature di quest’anno è, senza alcun dubbio, quello del biopic; molti dei film in gara, infatti, sono biografie di personaggi noti: "The imitation game”, sul matematico A. Turing , "La teoria del tutto”, sul fisico S. Hawking, "American Sniper”, sul reduce C. Kyle e “Selma”, su M. L. King.
A questi si affiancano altre quattro opere di pura fiction che, però, mostrano diversi punti di contatto col filone biografico: “Birdman”, sul fittizio attore R. Thomson che molto ha in comune con il vero attore che lo interpreta, ”Whiplash”, sull’immaginario A. Neyman che sogna di diventare un grande batterista jazz, "Grand Budapest Hotel" (Golden Globe per la miglior commedia), sul fantomatico magnate Zero Moustafa e sul giro di vite che ruota nel suo hotel e “Boyhood” (Golden Globe per il miglior dramma), esperimento unico nel mondo del cinema; film di formazione girato in 12 anni con lo stesso cast. Molto aperta e di livello è la competizione per i migliori attori: i giovani britannici B. Cumberbatch e E. Redmayne, vincitore del Golden Globe per “La teoria del tutto”, daranno battaglia a B. Cooper, S. Carrell e M. Keaton, già Golden Globe per il miglior ruolo brillante in “Birdman". Allo stesso modo, F. Jones e R. Pike non saranno avversarie facili per M. Cotillard, R. Whiterspoon e J. Moore, vincitrice del Golden Globe per il dramma sul morbo di Alzheimer “Still Alice”.
Anche nell’agone dei non protagonisti la sfida è servita: R. Duvall, E. Hawke, E. Norton e M. Ruffalo si contenderanno la statuetta con J. K. Simmons, vincitore del Golden Globe per il suo ruolo nel musical “Whiplash”. Dal lato femminile, P. Arquette, detentrice del Golden Globe per “Boyhood”, L. Dern, K. Knightley e E. Stone se la vedranno, invece, con la divina M. Streep, candidata per la sua strega cattiva (e canterina) nel disneyano: “Into the Woods”. Le candidature per la miglior regia, ricalcano quasi completamente quelle per i migliori film, così, A. G. Inàrritu, B. Miller, M. Tyldum e il visionario W. Anderson, dovranno vedersela con R. Linklater, lo sperimentatore di “Boyhood”, già premiato ai Golden Globe per il suo lavoro pionieristico.
E se per il miglior film straniero la bellissima fotografia del polacco “Ida” potrebbe mettere in pericolo il favorito russo “Leviathan”, non c’è quasi alcun dubbio sulla bellezza della colonna sonora di “La teoria del tutto” di J. Jòhannsson, come sulla canzone “Glory”, di J. Legend (“Selma”). L’esclusione di “The lego movie” dalla categoria dei film d’animazione lascia un po’ d’amaro in bocca, a tutto vantaggio del secondo capitolo di “Dragon Trainer” mentre, sul versante delle sceneggiature, “Birdman” e “Vizio di forma” (di P.T. Anderson), potrebbero avere la meglio sui validi contendenti. Per le categorie minori, la battaglia è variegata, ma c’è da guardare con attenzione ad “Unbroken”, opera prima di Angelina Jolie e al (non proprio riuscito) “Interstellar”, di C. Nolan. Così, aspettando che il cerchio magico di Hollywood celebri se stesso prima ancora che il cinema dell’anno appena trascorso, vi lasciamo con le nostre consuete previsioni (in neretto e sottolineate tra le righe dell’articolo); e vedremo se, come negli anni passati, la redazione del Curioso avrà la meglio sui bookmakers di tutto il mondo. Francesca P. Di Girolamo
A questi si affiancano altre quattro opere di pura fiction che, però, mostrano diversi punti di contatto col filone biografico: “Birdman”, sul fittizio attore R. Thomson che molto ha in comune con il vero attore che lo interpreta, ”Whiplash”, sull’immaginario A. Neyman che sogna di diventare un grande batterista jazz, "Grand Budapest Hotel" (Golden Globe per la miglior commedia), sul fantomatico magnate Zero Moustafa e sul giro di vite che ruota nel suo hotel e “Boyhood” (Golden Globe per il miglior dramma), esperimento unico nel mondo del cinema; film di formazione girato in 12 anni con lo stesso cast. Molto aperta e di livello è la competizione per i migliori attori: i giovani britannici B. Cumberbatch e E. Redmayne, vincitore del Golden Globe per “La teoria del tutto”, daranno battaglia a B. Cooper, S. Carrell e M. Keaton, già Golden Globe per il miglior ruolo brillante in “Birdman". Allo stesso modo, F. Jones e R. Pike non saranno avversarie facili per M. Cotillard, R. Whiterspoon e J. Moore, vincitrice del Golden Globe per il dramma sul morbo di Alzheimer “Still Alice”.
Anche nell’agone dei non protagonisti la sfida è servita: R. Duvall, E. Hawke, E. Norton e M. Ruffalo si contenderanno la statuetta con J. K. Simmons, vincitore del Golden Globe per il suo ruolo nel musical “Whiplash”. Dal lato femminile, P. Arquette, detentrice del Golden Globe per “Boyhood”, L. Dern, K. Knightley e E. Stone se la vedranno, invece, con la divina M. Streep, candidata per la sua strega cattiva (e canterina) nel disneyano: “Into the Woods”. Le candidature per la miglior regia, ricalcano quasi completamente quelle per i migliori film, così, A. G. Inàrritu, B. Miller, M. Tyldum e il visionario W. Anderson, dovranno vedersela con R. Linklater, lo sperimentatore di “Boyhood”, già premiato ai Golden Globe per il suo lavoro pionieristico.
E se per il miglior film straniero la bellissima fotografia del polacco “Ida” potrebbe mettere in pericolo il favorito russo “Leviathan”, non c’è quasi alcun dubbio sulla bellezza della colonna sonora di “La teoria del tutto” di J. Jòhannsson, come sulla canzone “Glory”, di J. Legend (“Selma”). L’esclusione di “The lego movie” dalla categoria dei film d’animazione lascia un po’ d’amaro in bocca, a tutto vantaggio del secondo capitolo di “Dragon Trainer” mentre, sul versante delle sceneggiature, “Birdman” e “Vizio di forma” (di P.T. Anderson), potrebbero avere la meglio sui validi contendenti. Per le categorie minori, la battaglia è variegata, ma c’è da guardare con attenzione ad “Unbroken”, opera prima di Angelina Jolie e al (non proprio riuscito) “Interstellar”, di C. Nolan. Così, aspettando che il cerchio magico di Hollywood celebri se stesso prima ancora che il cinema dell’anno appena trascorso, vi lasciamo con le nostre consuete previsioni (in neretto e sottolineate tra le righe dell’articolo); e vedremo se, come negli anni passati, la redazione del Curioso avrà la meglio sui bookmakers di tutto il mondo. Francesca P. Di Girolamo
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