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L’ALBERO DEI PROBLEMI

“Un giorno l’operaio che mi stava pitturando casa cadde dalla scala, niente di grave, ma la scala era ormai da buttare, il barattolo della...

“Un giorno l’operaio che mi stava pitturando casa cadde dalla scala, niente di grave, ma la scala era ormai da buttare, il barattolo della vernice rovesciato e lui ne era uscito abbastanza malconcio. A stento quel giorno avrebbe potuto guidare, allora mi offrì di accompagnarlo a casa. Per tutto il viaggio non disse una parola. Non c’era molta confidenza e preferii non fare domande. Si avvertiva nell’aria una tensione di rabbia e fredda disperazione.
Arrivati difronte alla sua casa mi invitò ad entrare a prendere un caffè, ma, poco prima di suonare il campanello, lo vidi fermarsi alcuni secondi difronte ad un albero che si trovava accanto alla porta d’entrata e toccargli le foglie, concentrato: un gesto veloce ma che non mi passò inosservato.
Quando la moglie gli aprì, quella sua faccia, fino ad allora rigida e triste, si sciolse in un grande sorriso, i suoi due bimbi gli zomparono al collo, ed iniziarono le coccole: era un altro uomo quello che aveva varcato la soglia di casa! 
Che cambiamento d’umore… Prendemmo il caffè e poi lui mi riaccompagnò alla macchina. Passando davanti all’albero, accennai al fatto che ne avesse accarezzato le foglie in modo particolare. Lui mi rispose che quello era il suo “albero dei problemi”: ogni sera prima di entrare in casa lasciava appesi sulle sue foglie tutti i problemi accavallatisi nella giornata, non voleva portarseli a casa! Questo gli permetteva di godere della sua famiglia e rilassarsi totalmente.
Poi, la mattina seguente, ripassava a prendere i problemi lasciati sull’albero… ma, cosa strana … li trovava sempre un po’ più leggeri…”
È una breve storia di fantasia che suggerisce una utile pratica filosofica: imparare a respirare mentalmente, riposare dai problemi e, cosa molto difficile, “vivere il presente”!
Proviamo a trovare tutti un albero, un muretto, un palo della luce, dove lasciare, per un po’, ciò che ci appesantisce! Non portiamoci i problemi sempre dietro!
Questo non è essere irresponsabili! Al contrario è essere intelligenti per non cadere nel gioco di Maya, la dea dell’illusione indù, o nelle falsità della Caverna di Platone, o nella schiavizzante e robotizzante Matrix: ha tanti nomi il vivere in superficie.
Per scacciare le ombre dalla mente e dal cuore serve fare luce.
Per fare luce e chiarezza abbiamo bisogno di tempo per noi stessi, per nutrirci, prendere aria pulita e rafforzarci mentalmente: buoni sentimenti, buone conversazioni, buona musica, buone letture, in fondo lo dicevano tutti i grandi Filosofi! “Cercare la Saggezza, conoscere veramente se stessi” ;)
(Maria Sole Pomara – Direttrice Nuova Acropoli Ladispoli)

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