Viaggio nelle terre del Carciofo Romanesco IGP
14:41Foto di VideoGramma - Ladispoli (RM) |
Era il 1949 quando l'allora direttivo della neonata Pro Loco si riuniva per la prima volta, non a caso, intorno al tavolo di una trattoria. Era quello della Trattoria la Tripolina, messo a disposizione da Adriano Nardocci, titolare della stessa oltre che consigliere Pro Loco.
È proprio intorno a questo tavolo che ha inizio la storia della Sagra del Carciofo, quando questi romantici sognatori iniziarono a domandarsi come poter creare un evento che attirasse su Ladispoli interesse, economie, attenzione. C'era un prodotto in particolare, il Carciofo Romanesco, che secondo i nostri lungimiranti protagonisti possedeva due aspetti molto interessanti. Era già molto diffuso, dal 1915/30 se ne rintracciano le prime estese coltivazioni, e anche ben conosciuto dai Romani. Inoltre era un prodotto tipicamente primaverile, fattore interessante in quanto la primavera era un momento ideale per poter collocare un evento che avrebbe attirato turisti sul territorio e lanciato e promosso la stagione turistica estiva. Come vedete i nostri protagonisti furono nella loro semplicità degli ottimi conoscitori a loro insaputa delle più moderne leggi di marketing, e il futuro gli diede ragione.
Fu così che il 2 aprile 1950 ebbe luogo la prima edizione della Sagra del Carciofo Romanesco di Ladispoli. Ovviamente era una sagra fatta in economia, dove la creatività, il volontariato, la passione e il credo nel progetto fecero molto di più di quanto ci si potesse aspettare. Ma l'austerità durò poco, perché piacque così tanto, ma sopratutto perché giunse in aiuto la forza di un territorio, allora formidabilmente agricolo, che diede alla sagra una sferzata di energia, di novità e di partecipazione che poi non abbandonò più negli anni questa festa. Tutte le aziende agricole di Ladispoli, ma non solo, anche di Cerveteri, e le aziende più grandi di Maccarese e di Torrimpietra accorsero e misero in mostra la loro meraviglia di carciofi, celebrando il re carciofo in tutta la sua maestosità. Fu così che la sagra prese il largo, veleggiando in mare aperto senza ostacoli, crescendo ogni anno di più.
Ogni anno si andavano ad acquistare i pezzi per la sfilata dei carri a Viareggio, si chiamavano a suonare le bande musicali più famose della Toscana, si inventavano ed ingegnavano nuove attrattive, famose quella del padellone che friggeva i carciofi in piazza (oggi ancora presenti seppur senza il famoso padellone!), oppure la gara tra le trattorie e i ristoranti del luogo sul Miglior Carciofo alla Giudia premiato con “Il Carciofo D'Oro”. Negli anni il Carciofo Romanesco e la sua sagra spaziarono oltre i ristretti confini provinciali e regionali, e divennero sempre più conosciuti a livello nazionale. I media hanno fatto la loro parte, entusiasmati dalle sue qualità nutritive e dalla sua straordinaria bontà il mondo enogastronomico e cuochi famosi lo hanno adottato e reso sempre più conosciuto.
Nel tempo sono arrivate le glorie oltre i confini nazionali, la città di Ladispoli è gemellata con diverse città di tutto il mondo per condividere la cultura della coltivazione del carciofo. Non è raro sentire di carciofi spediti dai nostri produttori a Bangkok, in Giappone, a Londra.
Certo i tentativi di imitazione sono numerosi, la globalizzazione ha giocato brutti scherzi in questo senso ma il nostro Carciofo Romanesco si difende, forte di quasi un secolo di storia, forte delle origini e della forza insostituibile della terra su cui cresce. C'è ancora tanta strada da fare, ci vorrebbe lo stesso sguardo lungimirante e pieno di fiducia di coloro che hanno lanciato la prima sagra, che con semplici strumenti e tanta creatività hanno iniziato un percorso che oggi richiama per questo appuntamento più di 450.000 presenze ogni anno, come ci racconta il Presidente della Pro Loco Claudio Nardocci. E Buona Sagra sia anche per la sua 65°edizione!
Foto di VideoGramma - Ladispoli (RM) |
Sua maestà il Carciofo Romanesco: unico ed inimitabile Il Carciofo Romanesco Igp è frutto di più di un secolo di sapiente lavoro contadino, che ha dato vita ad un miglioramento genetico delle originarie qualità Campagnano e Castellamare sempre più spiccato, ma sopratutto dell'esclusività delle terre sulle quali il carciofo cresce. Terre di origine vulcanica appunto, nelle quali nei secoli si sono sedimentate le sabbie dei laghi vulcanici dei Monti Sabatini, creando non solo la famosa sabbia nera di Ladispoli, ma anche permeando attraverso gli allagamenti e il travaso dei torrenti i terreni di questo territorio.
E' così che il Carciofo Romanesco di Ladispoli e Cerveteri, oggi Igp, acquista le sue inconfondibili caratteristiche di compattezza, colore, dolcezza e tenerezza, ma sopratutto nutritive e salutari, che lo rendono un prodotto unico nel suo genere. Valentina Vidor
*Un ringraziamento particolare va al presidente della Pro Loco Claudio Nardocci per l'intervista rilasciata alla nostra testata e per la sua straordinaria testimonianza. Un ringraziamento particolare anche a tutta la Pro Loco e a tutti i volontari.
* Ringraziamo inoltre Roberto Seri e tutta la sua famiglia per l'accoglienza presso le sue coltivazioni in occasione del servizio fotografico che trovate in queste pagine. Foto storiche tratte dal Museo Civico dell'Esperienza - Ladispoli.
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