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La mia Natura: Riflessioni su come ritrovare l’armonia tra uomo e cosmo

Foto: Eleonora D’Urbano - Modella: Veronica Sabbatucci - Fashion: Emporio (Ladispoli) - Trucco: Luana Di Francesco (B&B Scuola Profess...

Foto: Eleonora D’Urbano - Modella: Veronica Sabbatucci - Fashion: Emporio (Ladispoli) - Trucco: Luana Di Francesco
(B&B Scuola Professionale Estetista) - Hairstyle: Ricci e Capricci (Ladispoli) - Location: CasaCocò (Manziana)
 Anticamente l’uomo è sempre stato considerato un tutt’uno con la natura. Oggi è incredibilmente nota la frattura che si è venuta a creare tra quest’uomo e il cosmo intero. L’approccio della scienza moderna ha portato alla settorializzazione del sapere e della visione dell’uomo lontana dalla sua naturale collocazione nel mondo. In particolare l’uomo moderno ha perso questo contatto e oggi si fa sempre più impellente la necessita di ritrovare l’armonia naturale fatta anche di antichi saperi.

L’UOMO E IL MONDO: IL MICROCOSMO NEL MACROCOSMO

Gli antichi chiamavano l’uomo “microcosmo”, cioè piccolo mondo, proprio per la somiglianza della sua figura al mondo maggiore e per i legami che ci sono. La composizione del corpo umano e la costituzione del mondo possiedono una grande armonia. Il corpo diventa un tempio vivente che segue rituali legati al cosmo. Poiché l’universo è in continuo movimento, l’uomo muta con esso.
Anche la ciclicità lunare è legata ai mutamenti umani, si pensi che con il cambio lunare, la donna partorisce, oppure il contadino semina perché in quel momento la luna è propizia per quel tipo di gesto. Non a caso si definisce “lunatica” la persona che cambia spesso di umore, soggetta ad alti e bassi come le maree. La luna ha infatti una forte influenza sulla mente umana, sottoposta la suo dominio, cosi come sulle acque, sui liquidi in generale, sulle piante e tutto ciò che vegeta. Nell’uomo questi passaggi ciclici, questi mutamenti, possono tradursi per esempio in disturbi a carico di un organo o di un apparato collegato alla forza planetaria in questione, che segnala una difficoltà a reggere l’evento. Oggi una parte di umanità va sempre più allontanandosi dalla vita naturale che è sempre più minacciata da gravi malattie dovute all’erroneo atteggiamento spirituale. Forse dovremmo riscoprire il legame con la nostra madre terra. Essa infatti sembra averci fornito per esempio, con estrema intelligenza e precisione, ciò di cui abbiamo bisogno, quando ne abbiamo bisogno.

ELEMENTI NATURALI E BIOTIPOLOGIE
I quattro elementi del cosmo sono 4: fuoco, aria, terra e acqua. Quattro infatti sono gli umori del corpo umano a cui accoppiamo 4 tipi di persona: il melanconico(terra), il linfatico(acqua), il collerico(fuoco), il sanguigno(aria). Ovviamente non incontreremo una persona che sarà espressa in una solo tipologia, bensì avremo la persona con una tipologia predominante e con sfumature di una o più tipologie.

IL MELANCONICO-TERRA
Si tratta di un soggetto attento all’ordine, capace di organizzare lo spazio e il tempo, cura i particolari, ed ha un amore appassionato per i dettagli. Ha una tendenza a vedere nero e quindi spesso può mostrare un atteggiamento pessimista. E’ connesso con la terra, quindi con le ossa, che sono la nostra terra su cui poggiamo, ed è connessa anche al sistema digestivo( la bile nera-umore nero).
Tende a rimuginare, a tener tutto dentro, cosi può soffrire di emicranie digestive, malattie osteoarticolari.
Le formazioni di calcoli biliari o renali sono l’espressione di “indurimenti” fisici ed emotivi. Tende ad essere gerarchico e predominante, con un carattere autoritario.

IL LINFATICO-ACQUA
È il classico soggetto che assorbe, tampona, smussa. Emana serenità e senso di accogliente simpatia.
Ottimo ascoltatore, difficilmente entra in competizione, teme l’aggressività. Timoroso del giudizio dell’ambiente intorno a lui, tralascia le proprie aspettative per seguire quelle altrui. Parliamo di apparato venoso, linfatico, dei reni e della vescica, tutto ciò che ha a che fare con l’acqua e i liquidi appartiene a questo umore. Quindi i suoi disturbi saranno da ricondursi in questi campi… acquatici.

IL SANGUIGNO-ARIA
Solitamente è un tipo mobile e versatile. Lui è aria, e quindi è insofferente a costrizioni ed è un buon diplomatico, specialmente se deve difendere la sua libertà e i suoi spazi. Curioso ed eclettico, tollerante e contrario a dogmi e posizioni rigide, ha solo i suoi ideali e quelli non si toccano. Può essere attratto da più persone in campo sentimentale, e se sceglie di avere una relazione fissa questa non deve limitare la sua libertà, perché lo porterà a lamentarsi e a crearsi situazioni parallele. Parlando dell’elemento aria, i disturbi sono collegati al sistema respiratorio, quindi alla pelle, e al sistema cardiovascolare.

IL COLLERICO-FUOCO
Soggetto entusiasta, irascibile, tende a prender fuoco per nulla, ma gli passa facilmente. Sempre di corsa, ama farsi fautore di attività, relazioni, interessi che lo coinvolgono in pieno. Intuitivo e carismatico, è un estremista senza mezze misure, se non concretizza si rifugia in fantasie irrealizzabili. I suoi punti deboli sono il fegato, organo collerico per eccellenza, e le funzioni metaboliche ed energetiche.

LE STAGIONI FUORI E DENTRO DI NOI.
Le stagioni sono un vistoso esempio di ciclicità: quella solare. Nel ruotare intorno al sole, la terra passa 4 fasi sempre uguali. Vivendo si di essa siamo abituati a considerarle in successione di tempo lineare dimenticando che ogni momento tutte e quattro le fasi sono compresenti. Basta cambiare luogo per verificarlo. Questo significa che al nostro interno ci sarà si una fase attiva in quel momento, ma ci sono anche sullo sfondo le altre. Da questa prospettiva il concetto di “disturbo stagionale” cambia radicalmente. Possiamo considerare i disturbi stagionali come una dissincronia tra dentro e fuori, un trovarsi all’interno, nella fase di stagione sbagliata.
Ad esempio “essere in fiore” quando “fuori è seme”, “essere inverno quando fuori è primavera”.
L’universo intero vive di stagioni, di cicli che si ripetono sempre uguali nell’essenza, ma mai identici nella forma. Noi che facciamo parte dell’universo viviamo nell’eterno ritorno. La marcia in più che abbiamo è la coscienza e questa fa la differenza. La difficoltà sta nel ricondurre la mente alla globalità della coscienza facendo confluire il tempo lineare in quello circolare.
Ricordiamoci che ogni esperienza vitale, relazione affettiva, sessuale, lavorativa, sono soggette alla ciclicità stagionale. Tutto non finisce ma tutto è destinato a rinascere. La malattia spesso nasce dal rifiuto della forma di trasformarsi, dalla non accettazione della ciclicità, dall’attaccamento alla forma/esperienza di vita precedente. La fitoterapia stagionale, oltre a fornire un’indicazione terapeutica per i malanni di stagione, ripristina il libero fluire delle stagioni interiori, risintonizzandosi sulle stagioni naturali. La natura ancora una volta ci dà l’esempio.
Maria Grazia Nicolella - Naturopata

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