C’era una volta una ragazza che passava tutte le notti a scrivere. Scriveva e scriveva lettere e pensieri, storie e confessioni, e mai avrebbe rinunciato a quelle ore silenziose e buie, neanche per tutto l’oro del mondo, neanche per un’enorme torta al cioccolato (anche se per il cioccolato andava proprio matta). Il fatto è che la ragazza peccava di fantasia. Ed era così bello ciò che immaginava, che la realtà non poteva che deluderla tutte le volte, sempre di più. Sapeva bene che finchè avrebbe continuato a scrivere, il suo mondo fantastico sarebbe restato in vita. Così decise un giorno di nascondere tutti i fogli e di mettersi a parlare con la gente. Qualcuno le disse che doveva smettere di cercare di capire e di farsi domande, qualcun altro disse che non avrebbe dovuto prendersela mai, per nessun motivo. Altri le dissero che non avrebbe dovuto avere aspettative. “Quel che succede, succede”, dissero proprio così, e lei registrò la formula magica che chiaramente nascondeva un segreto, e si impegnò per usarla ma... doveva esserci qualcosa di sbagliato perchè era impossibile metterla in atto. E voi, siete capaci di prendere tutto così com’è, senza rimanerne delusi, senza aspettarvi nulla? Ho trovato un libro che contiene i pensieri di un uomo che secondo me, a riguardo, la sapeva lunga. Leggetelo, anche se non lo stimate, anche se non lo conoscete che per qualche sua opera ormai bombardata nei modi più disperati. La filosofia di Andy Warhol è così frivola e determinata che probabilmente vi suonerà commerciale, ma credetemi: com’è paradossale a volte la sincerità di una realtà sputtanata! “Sono le fantasie che creano problemi alla gente. Se non si avessero fantasie non si avrebbero problemi, perchè si prenderebbe ciò che capita. Ma allora non ci sarebbe romanticismo, perchè romanticismo è ritrovare la tua fantasia in una persona che non ce l’ha. Un mio amico dice sempre: “Le donne mi amano per l’uomo che non sono”. Mh. Ho come l’impressione che per me sia lo stesso.  A cura di Erika Silvestri