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Speciale Cinema
La gatta sul tetto che scotta
15:30con Vittoria Puccini e Vinicio Marchioni
Teatro Ambra Jovinelli (ROMA) - Dal 5 al 15 marzo 2015
Sono rare, in Italia, le rappresentazioni teatrali de “La gatta sul tetto che scotta” di Tennesse Williams valsogli il secondo premio Pulitzer - dopo quello per “Un tram che si chiama desiderio” - che assurse anche a film di successo con Elizabeth Taylor e Paul Newman. Chi ci riesce è Arturo Cirillo a riportarlo ora in auge in un allestimento di raffinata cura, sia per l'ambientazione pittorica di un interno domestico che ricorda i quadri dell'americano Edward Hopper, sia per un cast d'interpreti di tutto rispetto.
Vittoria Puccini (al suo debutto teatrale) e Vinicio Marchioni, ovvero Margaret e Brick, il cui matrimonio è un'infelice unione senza sesso e senza figli. Brick è un ex sportivo, ora alcolizzato, che ancora non ha superato il suicidio di un suo compagno di squadra di cui era tormentatamente e segretamente innamorato.
L'equilibrio precario della coppia va in pezzi – per ricomporsi, in qualche modo, nel finale – in occasione di una riunione familiare per festeggiare il patriarca 65enne, e del confronto con un'altra coppia, apparentemente più serena, ma forse solo più ipocrita: Gooper, fratello di Brick, avvocato rampante e prolifico di prole, e la moglie Mae, decisi a strappare l'eredità del padre morente. L'incalzare dei dialoghi e delle rivelazioni sortiranno l'effetto di una vera tempesta, che sconvolgerà le loro esistenze e che ha come snodo drammaturgico lo scontro tra Brick e il padre: il primo rinfaccia all'altro la sua latente omosessualità, e costui risponde prima confessando il proprio disgusto per le menzogne e per la falsità, poi svelandogli la gravità della malattia. Ed è a questo punto, in questo macht verbale dei sentimenti, che egli libera una fragilità e una tenerezza mai manifestata per quel figlio alcolizzato. Riesce sempre, per contrasto o per completamento, scavando nelle pieghe dell’anima dei suoi personaggi, a trovare il vero nascosto sotto la superficie. Da non perdere assolutamente. Davide Mele
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