And the oscar go to... Tutti i Vincitori del 2015
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Così, per chiudere il cerchio aperto nello scorso numero, eccoci di nuovo pronti a parlare degli Oscar. Questa volta per un breve resoconto e per qualche consiglio di Sala perché, se c'è una cosa buona che il glamour hollywoodiano riesce a restituirci, é la circuitazione post-premiazione delle pellicole partecipanti; molto spesso anche di quelle "dimenticate" dalla distribuzione italiana. Le previsioni si sono avverate parzialmente, con qualche colpo di coda e poche vere sorprese.
Gli Oscar 2015 sono stati, a loro modo, piuttosto "ecumenici"; a parte il discreto "Unbroken" di A. Jolie, nessuno dei pluricandidati é tornato a casa a mani vuote. "Birdman" di A. G. Inarritu, vincitore incontrastato, porta a casa quattro statuette pesanti: miglior film, migliore regia, migliore sceneggiatura originale e miglior e miglior fotografia; segue "Grand Budapest Hotel" di W. Anderson, con quattro premi tecnici: migliore scenografia, migliori costumi (Milena Canonero), miglior trucco e miglior colonna sonora.
Snobbato R. Linklater che, col suo esperimento pionieristico, non garantisce premi a "Boyhood"; unica statuetta, quella per la migliore attrice non protagonista, ritirata da P. Arquette, vincitrice anche del premio del tutto virtuale al miglior discorso, incentrato sul tema dell'equità salariale per le donne negli USA. "Whiplash" riesce ad ottenere tre Oscar: miglior sonoro, miglior montaggio e miglior attore non protagonista, J. K. Simmons mentre "The imitation game", oltre a soffiare la statuetta per la migliore colonna sonora a "La teoria del tutto", porta a casa anche il premio per la miglior sceneggiatura originale. Premi sparsi anche per: "American Sniper", "Interstellar" e la Disney che, con "Big Hero 6" e "Winston" porta a casa entrambi i premi per l'animazione.
Sul versante dei migliori attori, nessuna sorpresa per la vittoria di J. Moore che, con la sua interpretazione in "Still Alice", entra meritatamente nel firmamento delle star da Oscar. Un pizzico di delusione, invece, resta per l'assegnazione del premio al miglior attore: È. Redmayne è bravo, la sua interpretazione di S. Hawkig, quasi mai sopra le righe, ha valore anche se all'interno di una pellicola che lascia davvero poco; tuttavia, la vittoria di M. Keaton, perfetto nell'economia di "Birdman", avrebbe significato molto, restituendo dignità e forza ad un attore molto bravo e poco riconosciuto da Hollywood. Buona la conduzione di N. P. Harris, fluida, ritmata e con uno sguardo alla tradizione passata; quasi del tutto pessime le mise di attrici e attori che, accantonate le grandi firme nostrane, hanno optato per stilisti d'oltreoceano, con accostamenti più simili al packaging delle uova di Pasqua che a modelli d'alta moda. Grave, per gli italiani e per il cinema in genere, l'assenza di Francesco Rosi dall'In Memoriam, momento celebrativo dei personaggi che hanno fatto il cinema nel mondo, scomparsi durante l'anno precedente la premiazione.
Per quest'anno vi lasciamo con dei consigli da Oscar, in attesa di seguire insieme altre premiazioni.
Grand Budapest Hotel Favola visionaria, colorata e dolce. Una ragazza depone una chiave di una stanza d'hotel ai piedi del busto dedicato a uno scrittore scomparso. Lo stesso scrittore racconta delle origini del suo romanzo. Un uomo oramai anziano e stanco racconta in un albergo semideserto ad un giovane scrittore la storia di Gustave H., il leggendario concierge del Grand Budapest Hotel, e del suo giovane protetto Zero, alle prese con il furto e il recupero di un dipinto rinascimentale inestimabile
American Sniper A C. Eastwood va sempre data una chance e, viste le polemiche, vale la pena farsi un'idea. Il film racconta la storia del Navy SEAL Chris Kyle (Cooper), nato in Texas, che registrò il più alto numero di uccisioni come cecchino americano. Fu così temuto dagli insurrezionalisti iracheni da ricevere il soprannome al-Shaitan ("il diavolo"). Nei primi mesi del 2013, Kyle è stato tragicamente ucciso in un poligono di tiro, da un altro veterano.
Boyhood Film di formazione, con colonna sonora ed eventi che appartengono alla memoria collettiva; Il film segue la vita del giovane Mason, dagli otto anni, quando frequenta la scuola elementare, fino ai diciannove anni, quando entra al college, raccontando il rapporto con i genitori divorziati, i traslochi, le nuove scuole, i matrimoni falliti della madre, il rapporto conflittuale con la sorella Samantha, la nuova relazione del padre, seguendo anche i cambiamenti culturali, sociali e politici degli anni.
Ida Fotografia perfetta e storia fuori dal convenzionale per il primo Oscar polacco della storia. Polonia, 1962. Anna è una giovane orfana cresciuta nel convento dove sta per farsi suora: poco prima di prendere i voti apprende che Wanda, la sorella di sua madre, è ancora in vita. L’incontro tra le due donne segna l’inizio di un viaggio alla scoperta l’una ell’altra, ma anche dei segreti del loro passato. Ida si troverà alla fine a scegliere tra la religione che l’ha salvata durante l'occupazione nazista e la sua ritrovata identità nel mondo.
The Homesman Tra gli esclusi spicca questo western al femminile con interpretazioni meravigliose, trama attuale e atmosfere torride. Nel 1854, tre donne malate di mente vengono affidate a Maria Bee Cuddy, una pioniera forte e indipendente originaria del Nebraska. Nel loro viaggio verso l'Iowa, dove sperano di trovare rifugio, incrociano la strada di George Briggs, rude vagabondo al quale salvano la vita. Decidono così di unire le forze per affrontare i pericoli che li attendono nelle vaste distese della Frontiera. F. Di Girolamo
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