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MILANO - COSMIT 2014 LA FIERA CHE GUARDA LONTANO
12:18
Anche quest’anno la città di Milano ha ospitato l’attesissima fiera del mobile e del design, che ormai da anni attira la curiosità di molti, esperti e non, e che soprattutto incorona questa città oltre che capitale della moda anche del DESIGN. Il numero di visitatori è stato altamente soddisfacente: 357.212 i visitatori (833.119 in più rispetto allo scorso anno), 311.781 gli operatori nel settore (in aumento del 13% rispetto al 2013), con presenze da ben 160 Paesi. Speriamo che tutto ciò sia il preludio per un 2015 strabiliante soprattutto in concomitanza dell’EXPO tanto atteso che si terrà l’anno prossimo a Milano.
Per ciò che mi compete più da vicino, potrei parlare delle novità stilistiche, delle cucine di tendenza, degli innovativi elettrodomestici esposti nei due padiglioni o di quelli entusiasmanti dedicati all’ambiente bagno; o ancora potrei soffermarmi sulla ricercatezza e sfrontatezza dei sempre affascinanti padiglioni del design. Invece no!
Avremmo sicuramente modo durante questa seconda parte del 2014 di capire e conoscere le future tendenze (ancora tante essenze a contrato con il laccato opaco, soprattutto per evidenziare parti funzionalmente diverse del mobile, tonalità pastello per tessuti, ante e complementi di arredo, il laccato lucido è praticamente assente mentre si fa largo l’uso del vetro colorato come sostituzione delle ante lucide, pemane il vintage e lo stile nord europeo).
Mi limiterò infatti a mostrarvi le immagini più significative che io stessa ho realizzato, passeggiando per la fiera di Milano. Raccontano una mostra ricca, all’insegna del made in ITALY, del “nostro” buon gusto che ormai, per la crisi economica, causa la voglia di crescere verso nuovi acquirenti, non si rivolge più ad un pubblico italiano o europeo, ma strizza l’occhietto malizioso al pubblico del continente asiatico. Il problema non è perché o chi lo fa…… ma COME LO FA!
Voglio soffermarmi brevemente su questo argomento in quanto quest’anno più degli anni passati l’atteggiamento ammaliatore e direi anche un po’ di sottomissione si è palesato ostentatamente da parte delle nostre aziende nei confronti del mercato estero, principalmente russo. Quest’ultimo è un mercato dai tratti ben distinguibili, che fino a pochi anni fa si perdevano nei meandri dei padiglioni destinati al classico più spietato, sicuramente meno innovativi.
Quest’anno invece quasi tutti i padiglioni sono stati concepiti in maniera tale da presentare un layout concludente con uno o più corner destinati all’esposizione di prodotti disegnati ed ideati esclusivamente per il mercato asiatico: cucine dal sapore eccessivamente barocco, bagni sfarzosi dalle mille sfumature dell’oro, materiali nobili il cui fine principale è quello di ostentare ricchezza, dettagli senza alcuna funzionalità, ma caratterizzati solo da un’estetica del tutto discutibile.
È vero! ci dovremmo pur riprendere da questa maledetta crisi economica, la Russia è un Paese dove i ricchi amano spendere e mostrare i propri beni, soprattutto se di manifattura italiana. Il mercato russo può essere una via di salvezza: è un mercato importante per le aziende del nostro Paese tantoché nei primi 10 mesi del 2012, secondo fonti come l’Ice Mosca e Ministero degli affari Esteri, c’è stato un interscambio di ben 36.8 miliardi di dollari, di cui 10.7 di nostre esportazioni verso la Russia.
Le nostre aziende stanno cercando di sopravvivere e crescere guardando questi nuovi orizzonti. A tal proposito ho avuto il piacere di parlare con un fornitore italiano - presentatosi in fiera con un corner allestito esclusivamente per il mercato russo – il quale mi ha confermato che, pur conoscendo i limiti e ammettendo il reale senso estetico del prodotto, per avere mercato nel Paese sovietico è necessario scendere a certi compromessi stilistici.
La domanda è nata spontanea: è davvero questo il modo giusto di farlo? Esaudire ogni “desiderio” in tema di DESIGN dimenticando le caratteristiche che hanno incoronato il nostro modus operandi, tra i più rinomati al mondo? Dobbiamo veramente perdere la nostra identità, il nostro innato senso del design, per poter dare una svolta economica alla nostra industria del design?
Testimonianza di questo atteggiamento e del fatto che il nostro Paese guardi sempre più alla Russia come acquirente principale del MADE IN ITALY, è stato l’annuncio dell’evento organizzato da FEDERLEGNO e FIERA MILANO: ad ottobre le tre principali fiere italiane in tema di casa (cosmit – made expo – homi ossia ex MACEF) si presenteranno insieme al CROCUS di Mosca per dare forza al lifestyle italiano sul mercato russo e internazionale. L’intento degli ideatori è quello di offrire un’unica piattaforma di business per gli oltre 50.000 buyer provenienti da tutto il mondo per la MOSCOW DESIGN WEEK.
Mi chiedo…sarà il vero Italian Style o il RIADATTATO italian style? Fortunatamente c’è ancora chi, forte della propria identità e del proprio MADE IN, percorre la propria strada senza alcun cambiamento di rotta! Allora sì che si chiama MADE IN ITALY ed è questo che voglio vedere nella vera SETTIMANA DEL DESIGN.
Per ciò che mi compete più da vicino, potrei parlare delle novità stilistiche, delle cucine di tendenza, degli innovativi elettrodomestici esposti nei due padiglioni o di quelli entusiasmanti dedicati all’ambiente bagno; o ancora potrei soffermarmi sulla ricercatezza e sfrontatezza dei sempre affascinanti padiglioni del design. Invece no!
Avremmo sicuramente modo durante questa seconda parte del 2014 di capire e conoscere le future tendenze (ancora tante essenze a contrato con il laccato opaco, soprattutto per evidenziare parti funzionalmente diverse del mobile, tonalità pastello per tessuti, ante e complementi di arredo, il laccato lucido è praticamente assente mentre si fa largo l’uso del vetro colorato come sostituzione delle ante lucide, pemane il vintage e lo stile nord europeo).
Mi limiterò infatti a mostrarvi le immagini più significative che io stessa ho realizzato, passeggiando per la fiera di Milano. Raccontano una mostra ricca, all’insegna del made in ITALY, del “nostro” buon gusto che ormai, per la crisi economica, causa la voglia di crescere verso nuovi acquirenti, non si rivolge più ad un pubblico italiano o europeo, ma strizza l’occhietto malizioso al pubblico del continente asiatico. Il problema non è perché o chi lo fa…… ma COME LO FA!
Voglio soffermarmi brevemente su questo argomento in quanto quest’anno più degli anni passati l’atteggiamento ammaliatore e direi anche un po’ di sottomissione si è palesato ostentatamente da parte delle nostre aziende nei confronti del mercato estero, principalmente russo. Quest’ultimo è un mercato dai tratti ben distinguibili, che fino a pochi anni fa si perdevano nei meandri dei padiglioni destinati al classico più spietato, sicuramente meno innovativi.
Quest’anno invece quasi tutti i padiglioni sono stati concepiti in maniera tale da presentare un layout concludente con uno o più corner destinati all’esposizione di prodotti disegnati ed ideati esclusivamente per il mercato asiatico: cucine dal sapore eccessivamente barocco, bagni sfarzosi dalle mille sfumature dell’oro, materiali nobili il cui fine principale è quello di ostentare ricchezza, dettagli senza alcuna funzionalità, ma caratterizzati solo da un’estetica del tutto discutibile.
È vero! ci dovremmo pur riprendere da questa maledetta crisi economica, la Russia è un Paese dove i ricchi amano spendere e mostrare i propri beni, soprattutto se di manifattura italiana. Il mercato russo può essere una via di salvezza: è un mercato importante per le aziende del nostro Paese tantoché nei primi 10 mesi del 2012, secondo fonti come l’Ice Mosca e Ministero degli affari Esteri, c’è stato un interscambio di ben 36.8 miliardi di dollari, di cui 10.7 di nostre esportazioni verso la Russia.
Le nostre aziende stanno cercando di sopravvivere e crescere guardando questi nuovi orizzonti. A tal proposito ho avuto il piacere di parlare con un fornitore italiano - presentatosi in fiera con un corner allestito esclusivamente per il mercato russo – il quale mi ha confermato che, pur conoscendo i limiti e ammettendo il reale senso estetico del prodotto, per avere mercato nel Paese sovietico è necessario scendere a certi compromessi stilistici.
La domanda è nata spontanea: è davvero questo il modo giusto di farlo? Esaudire ogni “desiderio” in tema di DESIGN dimenticando le caratteristiche che hanno incoronato il nostro modus operandi, tra i più rinomati al mondo? Dobbiamo veramente perdere la nostra identità, il nostro innato senso del design, per poter dare una svolta economica alla nostra industria del design?
Testimonianza di questo atteggiamento e del fatto che il nostro Paese guardi sempre più alla Russia come acquirente principale del MADE IN ITALY, è stato l’annuncio dell’evento organizzato da FEDERLEGNO e FIERA MILANO: ad ottobre le tre principali fiere italiane in tema di casa (cosmit – made expo – homi ossia ex MACEF) si presenteranno insieme al CROCUS di Mosca per dare forza al lifestyle italiano sul mercato russo e internazionale. L’intento degli ideatori è quello di offrire un’unica piattaforma di business per gli oltre 50.000 buyer provenienti da tutto il mondo per la MOSCOW DESIGN WEEK.
Mi chiedo…sarà il vero Italian Style o il RIADATTATO italian style? Fortunatamente c’è ancora chi, forte della propria identità e del proprio MADE IN, percorre la propria strada senza alcun cambiamento di rotta! Allora sì che si chiama MADE IN ITALY ed è questo che voglio vedere nella vera SETTIMANA DEL DESIGN.
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