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Valentina Lisio e la sua fame di parole

Le parole saziano a metà, ci fa sapere Valentina Lisio, 28enne di Cerveteri laureata in scienze psicopedagogiche e sociali. Ecco perché le...

Le parole saziano a metà, ci fa sapere Valentina Lisio, 28enne di Cerveteri laureata in scienze psicopedagogiche e sociali. Ecco perché lei cerca di racchiudere la sua visione del mondo in pochi versi. E lo fa da sempre: già undicenne ha trovato il modo di esprimere questa sua passione, anche se non sa perché ha scelto proprio la poesia; forse – ci dice – è la poesia che ha scelto lei. E per spiegarci questo, la signorina Lisio scomoda il grande Hegel: come il filosofo tedesco, anche lei è alla ricerca del vero dell’arte, che può essere raggiunto solo dalla poesia. A questo servono tutti gli esercizi di introspezione che scandiscono la sua giornata: lei vuole solo mettere per iscritto le sue emozioni, perché il linguaggio è l’espressione dell’anima. L’inchiostro nero sul foglio bianco è solo la conseguenza del suo essere così riflessiva, analitica, osservatrice: adora studiare le dinamiche che regolano la convivenza degli uomini da  un punto di vista filosofico.

Quella che Sacco Editore ha pubblicato è, ci spiega Valentina, “una raccolta di poesie, di testimonianze, emozioni, sogni, sgomenti, amore, potere, gioia, frustrazione nell'immensa illuminazione di un attimo, con la consapevolezza della necessità di dire 'eccoci': dare cibo per l'anima, per il cuore e per la mente”. Ma, per questa selezione dei suoi primi componimenti strutturati e in rima, ha scelto il titolo 'Le parole saziano a metà': “quando trovi le parole per esprimere le emozioni, sembra sempre che sfugga qualcosa, continui a cercare parole più adatte ma non sempre succede... ci sono delle volte in cui quello che vuoi raccontare non può essere rappresentato dalle parole; proprio come succede nella sfera religiosa, quando riesci a trasmettere il messaggio senza parlare”. Questo è quello che ad un certo punto le è capitato: crescendo, ha abbandonato lo schema metrico e le rime, perché i suoi pensieri si sono fatti più importanti, la sua passione si è alimentata delle esperienze e della crescita personale, acquistando un’impronta sempre più prosaica e filosofica. Dopo un periodo di crisi, è riuscita a comprendere la sua evoluzione in tutte le sfere della vita: dall’amore alla responsabilità sociale e politica, dal senso della giustizia alla consapevolezza della necessità di un’etica ferrea. E i suoi versi si sono sciolti, le sue parole libere ora, una dopo l’altra, vanno a comporre preziosi aforismi, riflesso della sua metamorfosi, della prospettiva sociologica attraverso cui analizza la natura umana. È così che ha già esaurito le pagine del secondo libro e, addirittura, sta lavorando al terzo. “Quello che mi manca – ci confida – è solo il tempo di cercare la casa editrice giusta per questi nuovi progetti”. E in un aforisma ha racchiuso anche la sua filosofia di vita: “chi tiene con spavalderia e saccenza in mano una corda lenta non si accorgerà che le passerà tra le dita prima di averla sentita”. Per lei questa frase rappresenta il ponte di collegamento con la sua seconda opera: “se il primo libro raccoglie tante poesie dal tema dell’amore, nella seconda raccolta metto l’accento sulla responsabilità che abbiamo nei confronti degli altri: l’altro non è un oggetto o qualcosa da strumentalizzare ma, sulla scia del pensiero di Martin Buber, si fa parte fondamentale della vita intesa come intersoggettività. Tutti reclamano giustizia ma poi, quando si trovano in mezzo agli altri, non raccolgono il coraggio e non si assumono le proprie responsabilità”. E se le chiederete chi è il suo autore preferito vi risponderà così: “Gesù ha detto 'Non fare agli altri quello che non vorresti sia fatto a te'. È Dio il mio più grande mito!” Azzurra Patriarca

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