Le letture consigliate
Le letture di Novembre
12:20
Un posto anche per medi Francesco Abate
Peppino fa le sue consegne la notte. Parte da Pomezia e una volta arrivato a Roma consegna la sua merce prelibata ed esclusiva. Un gigante goffo e “lentarello”, sembra che nella sua solitudine parli a nessuno come spesso fanno gli idioti. Dal finestrino di un autobus della periferia romana riaffiorano i fantasmi di una sardegna matriarcale e pastorale dove è quotidiana la prepotenza dei forti sui deboli. E invece a testa bassa parla a Marisa, e a lei affida i sui segreti inconfessabili, perchè solo lei e capace d'amare. Solo Marisa riesce a dare senso ad una solitudine imposta e che poco a poco è diventata abitudine. E gli ultimi parlano solo con gli ultimi, invisibili al mondo nella loro solitudine e indifferenza, ma che diventa uno scudo di salvezza. Sappiamo che il personaggio di Peppino nato dalla penna di Francesco Abate è un regalo di Valerio Mastrandrea, che insieme a lui aveva scritto “Chiedo Scusa” con lo pseudonimo di Saverio Mastrofranco. L'esigenza per F. Abate è quella di capire che fine fanno le persone messe ai margini, chi sono i “tipi strani” che incontriamo per strada e che teniamo a distanza per distrazione o solo per caso. In queste pagine troviamo una scossa limpida che altro non è che un tentativo di risarcimento, di riparazione, oppure un modo per chiedere scusa.
Proprio per questo non è possibile perdere l'appuntamento fissato per venerdì 22 novembre presso la Biblioteca Comunale di Ladispoli “Peppino Impastato” alle ore 18,00 dove alla presentazione del libro "Un posto anche per me" sarà presente anche l'autore Francesco Abate.
La felicità può essere mai troppa? E possiamo conservare la felicità qualora ne venissimo a contatto? Ma sopratutto, sopravviviamo alla felicità? Alice Munro, insignita del Premio Nobel per la Letteratura 2013 come “maestra del racconto breve contemporaneo”, in questa raccolta di brani ci dà qualche indizio. I personaggi che vivono questi racconti possono considerarsi dei superstiti “alla fine dell'amore”, piuttosto che alla fine di un amore. Sopravvissuti ad un evento di cui non conoscono la portata fino in fondo. In “Troppa felicità” troviamo una diversa consapevolezza per una realtà in cui i protagonisti vivono oltre l'amore che si trasforma in odio, in dolore e paura, senza filtri letterari, mostrandoci però una realtà quotidiana che vivono e affrontano nonostante tutto. Il primo dei racconti, dal titolo “Dimensioni”, già ci spinge all'estremo sacrificio di esseri innocenti ma che lega nonostante tutto un uomo e una donna. Oppure in “Radicali liberi” dove un anziana vedova confessa al malvivente che si ritrova in casa di aver avvelenato, tanti anni addietro, la presunta amante di suo marito.
Peppino fa le sue consegne la notte. Parte da Pomezia e una volta arrivato a Roma consegna la sua merce prelibata ed esclusiva. Un gigante goffo e “lentarello”, sembra che nella sua solitudine parli a nessuno come spesso fanno gli idioti. Dal finestrino di un autobus della periferia romana riaffiorano i fantasmi di una sardegna matriarcale e pastorale dove è quotidiana la prepotenza dei forti sui deboli. E invece a testa bassa parla a Marisa, e a lei affida i sui segreti inconfessabili, perchè solo lei e capace d'amare. Solo Marisa riesce a dare senso ad una solitudine imposta e che poco a poco è diventata abitudine. E gli ultimi parlano solo con gli ultimi, invisibili al mondo nella loro solitudine e indifferenza, ma che diventa uno scudo di salvezza. Sappiamo che il personaggio di Peppino nato dalla penna di Francesco Abate è un regalo di Valerio Mastrandrea, che insieme a lui aveva scritto “Chiedo Scusa” con lo pseudonimo di Saverio Mastrofranco. L'esigenza per F. Abate è quella di capire che fine fanno le persone messe ai margini, chi sono i “tipi strani” che incontriamo per strada e che teniamo a distanza per distrazione o solo per caso. In queste pagine troviamo una scossa limpida che altro non è che un tentativo di risarcimento, di riparazione, oppure un modo per chiedere scusa.
Proprio per questo non è possibile perdere l'appuntamento fissato per venerdì 22 novembre presso la Biblioteca Comunale di Ladispoli “Peppino Impastato” alle ore 18,00 dove alla presentazione del libro "Un posto anche per me" sarà presente anche l'autore Francesco Abate.
La felicità può essere mai troppa? E possiamo conservare la felicità qualora ne venissimo a contatto? Ma sopratutto, sopravviviamo alla felicità? Alice Munro, insignita del Premio Nobel per la Letteratura 2013 come “maestra del racconto breve contemporaneo”, in questa raccolta di brani ci dà qualche indizio. I personaggi che vivono questi racconti possono considerarsi dei superstiti “alla fine dell'amore”, piuttosto che alla fine di un amore. Sopravvissuti ad un evento di cui non conoscono la portata fino in fondo. In “Troppa felicità” troviamo una diversa consapevolezza per una realtà in cui i protagonisti vivono oltre l'amore che si trasforma in odio, in dolore e paura, senza filtri letterari, mostrandoci però una realtà quotidiana che vivono e affrontano nonostante tutto. Il primo dei racconti, dal titolo “Dimensioni”, già ci spinge all'estremo sacrificio di esseri innocenti ma che lega nonostante tutto un uomo e una donna. Oppure in “Radicali liberi” dove un anziana vedova confessa al malvivente che si ritrova in casa di aver avvelenato, tanti anni addietro, la presunta amante di suo marito.
Qui troviamo tutta la maestria della capacità narrativa della Munro che sintetizza in una frase l'etica delle azioni dei suoi personaggi. “Ci ripetiamo spesso che esistono cose imperdonabili, o delle quali non ci perdoneremo mai. Non è vero: non facciamo altro”, dopo tutto nulla è definitivo, non l’amore ma nemmeno il senso di colpa, o il dolore. Da leggere con molta calma per non essere sopraffatti dalla troppa felicità. A cura di Davide Mele
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