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La poesia “naturale” di Francesco Angelillo
12:59
Una sorpresa inaspettata, Francesco. Solo 18 anni eppure profondo come il mare. Una perla dell'Istituto Tecnico Aeronautico di Bracciano che splende con ogni forma d'arte.
La musica prima di tutto, che chiama inevitabilmente la poesia, ma a lui piace anche dipingere. In opera, le sue impressioni, quello che sente. La sua arte, infatti, come uno specchio dell'anima, non è strutturata, nasce da dentro. "Nel momento esatto in cui scrivo - ci spiega - è come se non fossi cosciente. Ciò che esce fuori è autentico e non modifico mai la versione grezza che nasce". E questo vale anche per le poesie: Francesco non si concentra sulla sonorità, sulla rima, sulle figuire retoriche, altrimenti perderebbe la forza espressiva.
"Luce e Colore" è il suo primo libro, una raccolta di poesie caratterizzate da versi liberi, con rime occasionali, che ha composto negli ultimi 3 anni. Le tematiche variano da una lirica all’altra, toccando temi che vanno dalla poesia d’amore a quella introspettiva, dall’esoterismo al neoanimismo, spesso con riferimenti al paganesimo. Queste sue passioni hanno poco a che vedere con l'occulto, più che altro vanno viste come uno studio delle filosofie antiche, come uno studio della nostra storia basata su un’idea naturale della vita. Il concetto bellissimo che sta dietro la sua raccolta è che al buio siamo tutti uguali e solo grazie alla luce che nasce dal buio riusciamo ad intravedere i colori, che sono quelli della vita che ci circonda. Francesco ci ha raccontato che non vede l’oscurità come una cosa negativa, che distrugge l’uomo e lo fa viaggiare in ambiti che non dovrebbe toccare, piuttosto come momento proprio della quiete dell’uomo: quando un uomo riesce a raggiungere la quiete, riesce a tirare fuori veramente se stesso, ad essere un tutt’uno con la Natura.
E la sua Musa ispiratrice è proprio la Natura perché, utilizzando le sue parole, "nasciamo dalla natura, che non ha né inizio né fine, e alla natura dobbiamo tornare".
La poesia a cui è più affezionato, infatti, è 'Danza il fauno': questa figura mitologica, a lui tanto cara, si ritrova in molte culture e rappresenta l'unione tra uomo e natura. Il fauno, un po' come lui, protegge i boschi. Non a caso Francesco cerca l'ispirazione facendo delle lunghe passeggiate nel bosco, a contatto con la natura.
Emblematico il suo coinvolgimento, ci tiene a ricordarlo, nella lotta al biogas di Pian della Carlotta: "Lì sotto ci sono i resti delle terme romane! Io non butto la nostra storia, la nostra natura, nella spazzatura".
E se questa sua prima grande fatica la dedica alla fidanzata, un grazie particolare va al suo prof. di lettere, il giovane Daniele Virgili, il quale lo continua a supportare con la speranza (che condividiamo pienamente) che la società sia attenta a quei giovani che hanno il coraggio di mettersi in gioco, mostrando una particolare attenzione per la nostra cultura. Azzurra Patriarca
La musica prima di tutto, che chiama inevitabilmente la poesia, ma a lui piace anche dipingere. In opera, le sue impressioni, quello che sente. La sua arte, infatti, come uno specchio dell'anima, non è strutturata, nasce da dentro. "Nel momento esatto in cui scrivo - ci spiega - è come se non fossi cosciente. Ciò che esce fuori è autentico e non modifico mai la versione grezza che nasce". E questo vale anche per le poesie: Francesco non si concentra sulla sonorità, sulla rima, sulle figuire retoriche, altrimenti perderebbe la forza espressiva.
"Luce e Colore" è il suo primo libro, una raccolta di poesie caratterizzate da versi liberi, con rime occasionali, che ha composto negli ultimi 3 anni. Le tematiche variano da una lirica all’altra, toccando temi che vanno dalla poesia d’amore a quella introspettiva, dall’esoterismo al neoanimismo, spesso con riferimenti al paganesimo. Queste sue passioni hanno poco a che vedere con l'occulto, più che altro vanno viste come uno studio delle filosofie antiche, come uno studio della nostra storia basata su un’idea naturale della vita. Il concetto bellissimo che sta dietro la sua raccolta è che al buio siamo tutti uguali e solo grazie alla luce che nasce dal buio riusciamo ad intravedere i colori, che sono quelli della vita che ci circonda. Francesco ci ha raccontato che non vede l’oscurità come una cosa negativa, che distrugge l’uomo e lo fa viaggiare in ambiti che non dovrebbe toccare, piuttosto come momento proprio della quiete dell’uomo: quando un uomo riesce a raggiungere la quiete, riesce a tirare fuori veramente se stesso, ad essere un tutt’uno con la Natura.
E la sua Musa ispiratrice è proprio la Natura perché, utilizzando le sue parole, "nasciamo dalla natura, che non ha né inizio né fine, e alla natura dobbiamo tornare".
La poesia a cui è più affezionato, infatti, è 'Danza il fauno': questa figura mitologica, a lui tanto cara, si ritrova in molte culture e rappresenta l'unione tra uomo e natura. Il fauno, un po' come lui, protegge i boschi. Non a caso Francesco cerca l'ispirazione facendo delle lunghe passeggiate nel bosco, a contatto con la natura.
Emblematico il suo coinvolgimento, ci tiene a ricordarlo, nella lotta al biogas di Pian della Carlotta: "Lì sotto ci sono i resti delle terme romane! Io non butto la nostra storia, la nostra natura, nella spazzatura".
E se questa sua prima grande fatica la dedica alla fidanzata, un grazie particolare va al suo prof. di lettere, il giovane Daniele Virgili, il quale lo continua a supportare con la speranza (che condividiamo pienamente) che la società sia attenta a quei giovani che hanno il coraggio di mettersi in gioco, mostrando una particolare attenzione per la nostra cultura. Azzurra Patriarca
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