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Storia di un corpo, Daniel Pennac

Scovare piccoli tesori: questo è lo scopo di ogni mia missione in libreria, per poi tornare a casa e perdermi nella lettura. Fino ad arriv...

Scovare piccoli tesori: questo è lo scopo di ogni mia missione in libreria, per poi tornare a casa e perdermi nella lettura. Fino ad arrivare al poter condividere, raccontando agli altri quanto di più prezioso ho raccolto. “[...] quel che abbiamo letto di più bello lo dobbiamo quasi sempre a una persona cara. Ed è a una persona cara che subito ne parleremo. Forse proprio perchè la peculiarità del sentimento, come del desiderio di leggere, è il fatto di preferire. Amare vuol dire, in ultima analisi, far dono delle nostre preferenze a coloro che preferiamo.” Queste parole sono di Daniel Pennac, ed è il suo ultimo libro che vi consiglio, questo mese. La storia è semplice e geniale: il padre di una donna muore (un borghese di una volta, di quelli che usano ancora il punto e virgola), lasciandole in eredità un mucchio di quaderni sui quali, dal dodicesimo all’ottantasettesimo anno d’età, aveva tenuto un diario all’insaputa di tutti. È qui che Pennac ci sorprende, nel suo solito modo originale e divertente: nessuna annotazione classica, nessun resoconto sentimentale nè descrizioni di tortuose vicende familiari, tantomeno ricordi di gioventù. Nei quaderni di suo padre, Lison scopre un accurato diario corporeo. La storia di un corpo, insomma, dalle prime sensazioni infantili alla scoperta della sessualità, all’invecchiamento, al deperimento e infine alla morte. In una società che sembra dare all’apparenza il trono delle virtù, la lettura di questo diario riesce a rendere giustizia alla nostra carne e al nostro sangue (lo credevate possibile?). Questo corpo ormai virtuale, occultato dallo schermo dei computer o studiato attraverso altri supporti dai medici, dagli scienziati, arricchito da tatuaggi e piercing, mistificato da finte abbronzature, sembra ritrovare nelle parole di Pennac la sua natura. Riprendetevi il vostro corpo allora, imparate ad ascoltarlo, rispettatelo. Mostrandolo e basta, non fate che alienarlo dietro alla vostra anima. Se ne avete una. Erika Silvestri

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