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Quaderni del carcere, Antonio Gramsci

E’ decisamente il momento di dare in pasto alle nostre coscienze qualcosa che possa accrescere la nostra formazione civile e individuale. ...

E’ decisamente il momento di dare in pasto alle nostre coscienze qualcosa che possa accrescere la nostra formazione civile e individuale. Guardatevi intorno: viviamo proprio in questo paese, l’Italietta gretta e corrotta, delusa e deludente, comunque sorridente anche nella crisi di valori e economia. E’ un sorriso di consapevolezza o di ignoranza? Riconosciamone i limiti, cerchiamo di riempire i vuoti (a perdere). E’ ancora possibile e sarà sempre possibile (anche se viene voglia di prendere il passaporto dal cassetto e andarsene via, specialmente alla mia età). “Mi sono convinto che anche quanto tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all'opera, ricominciando dall'inizio. Mi sono convinto che bisogna sempre contare solo su se stessi e sulle proprie forze; non attendersi niente da nessuno e quindi non procurarsi delusioni. Che occorre proporsi di fare solo ciò che si sa e si può fare e andare per la propria via.”  scrive Gramsci nelle Lettere, durante il periodo di reclusione. I Quaderni sono un’opera fondamentale, che raccoglie il suo pensiero sociale, politico, filosofico. Credo che in un periodo come questo, affidarsi alle riflessioni di un uomo di tale levatura possa aiutare a riprendere la rotta che abbiamo perduto. Siamo ancora capaci di porci domande critiche sulla realtà circostante? Siamo in grando di formulare ipotesi e risposte originali, senza aggrapparci alle soluzioni dorate suggerite da sirene in costumino scintillante, come in uno spettacolo televisivo? Antonio Gramsci fu condannato a venti anni di carcere per le sue idee e il suo pensiero politico contrario a quello fascista. Pagò con la perdita della libertà la sua onestà intellettuale. Ma noi, siamo veramente liberi?  “Vent’anni basteranno per spegnere un cervello”, recitò Michele Isgrò, avvocato dell’accusa. Stiamo attenti al nostro, dunque, che non si spenga in libertà e in tempi più rapidi. Erika Silvestri

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