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Anna Karenina, Lev Tolstoj

Ci sono libri capaci di farsi posto con violenza nel nostro animo, regali a tal punto da pretendere spazio maggiore degli altri anche sull...

Ci sono libri capaci di farsi posto con violenza nel nostro animo, regali a tal punto da pretendere spazio maggiore degli altri anche sulla mensola, imponenti e sfacciati nella loro fisicità. Anna Karenina è uno di questi e quando terminai di leggerlo, anni fa, provai la pungente sensazione di aver perso un piccolo universo, e con esso la possibilità di vivere ancora insieme ai suoi personaggi. Libri come questo ci accompagnano per un mese almeno, costanti sul comodino, pesanti in borsa, come un’amica che non vedevamo da anni che ci piomba in casa per necessità e rimane con noi per qualche tempo. In Anna c’è moltissimo di me, più di quanto io stessa credevo possibile, e non so se andarne fiera o vergognarmene. Le leggi morali, la società, la passione e il perdono, la condanna e la debolezza, tutto si intreccia e la chiude in una morsa fatale. Ma la colpa di questa donna è quella di aver amato? Lei stessa sente il peso di essere vittima, in fondo, della passione che le divora l’anima. Ma chi ha veramente amato, suo marito, il suo amante, se stessa? Forse nessuno. Il romanzo si apre e si chiude tra i binari di una stazione ferroviaria, come in un cerchio perfetto, che racchiude tre diverse realzioni amorose: quella tra Anna e suo marito, con il quale ha un figlio che lascerà per seguire la passione che prova per il conte Vronskj, giovane ufficiale dell’esercito e simbolo dell’amore impuro, nascosto. Lo specchio di questa relazione clandestina è quella onesta e tradizionale di Levin e Kitty, che sembra ricordarci com’è che termina una favola a lieto fine. Ma il cuore dell’opera non è tanto l’amore, quanto la vita stessa, che sembra imporre tormenti a chi insegue le emozioni senza razionalità. Se dunque volete capire perchè l’amore può renderci felici o infelici, e quanto l’ipocrisia della società influisca sul nostro futuro, impegnatevi in questa lettura. Non abbiate paura del numero delle pagine, siate coraggiosi e pazienti, costanti e attenti. “Tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta di ombra e di luce”, ci dice Tolstoj. Vi aspetto allora nelle zone buie, fate presto.  Erika Silvestri

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