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I 90 anni di Monica Vitti, icona del cinema italiano

Nata a Roma il 3 novembre 1931, la grande attrice romana è da tempo lontana dai riflettori. Era il 1954 e Monica Vitti, al secolo Maria Luis...

Nata a Roma il 3 novembre 1931, la grande attrice romana è da tempo lontana dai riflettori.
Era il 1954 e Monica Vitti, al secolo Maria Luisa Ceciarelli, faceva il suo esordio cinematografico in una commedia a episodi diretta da Edoardo Anton, "Ridere! Ridere! Ridere!". Oggi la grande attrice romana compie 90 anni e da tempo è lontana dai riflettori a causa di una grave malattia degenerativa. Porta sulle spalle quarant'anni di carriera cinematografica, dalle interpretazioni drammatiche nella tetralogia dell'incomunicabilità di Michelangelo Antonioni, in capolavori come "L'Avventura" e "L'Eclisse", che le diedero fama internazionale, a quelle in ruoli brillanti che la fecero amare dal grande pubblico. Una vera mattatrice della commedia all'italiana che ha brillato in coppia con i suoi più famosi interpreti, da Alberto Sordi a Ugo Tognazzi, da Vittorio Gassman a Nino Manfredi a partire da film come "La ragazza con la pistola", "Io so che tu sai che io so" e "Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)". Una carriera costellata da applausi e premi, tra cui cinque David di Donatello come migliore attrice protagonista (più altri quattro riconoscimenti speciali), tre Nastri d'argento, dodici Globo d'oro (di cui due alla carriera), un Ciak d'oro alla carriera, un Leone d'oro alla carriera a Venezia (nel 1995), un Orso d'argento alla Berlinale, una Concha de Plata a San Sebastián e una candidatura al premio BAFTA.  Non solo attrice ma anche scrittrice, doppiatrice, sceneggiatrice e regista, Grande ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana (dal 1986) e anche Cavaliere della Legion d'Onore.

Il teatro
La passione per il teatro arrivò durante la guerra, dilettando da ragazzina i fratelli con i burattini, e la portò poi, nel 1953, a diplomarsi all'Accademia nazionale d'arte drammatica, allora diretta da Silvio D'Amico. Qui conobbe il maestro Sergio Tofano, che la volle nelle commedie sul personaggio di Bonaventura, e che le consigliò di trovare un nome d'arte, ispirandosi al cognome materno: così nasceva Monica Vitti. Nel 1956 esordì come Ofelia in "Amleto" di Riccardo Bacchelli al Teatro Olimpico di Vicenza e in "Bella" di Cesare Meano al Teatro del Convegno di Milano con la regia di Enzo Ferrieri. A Roma si esibì in una serie di atti unici comici al Teatro Arlecchino, quello che oggi è il Teatro Flaiano. Ma fu il cinema il suo vero grande amore.

Il cinema
Voce roca, verve brillante, mani affusolate e tanto talento, magnetico, poliedrico. Fu notata dal regista Michelangelo Antonioni, di cui divenne la musa, la protagonista indiscussa: fu la tormentata Claudia ne' "L'avventura" (1960), la tentatrice Valentina de' "La notte" (1961), la misteriosa e scontenta Vittoria de' "L'eclisse" (1962) e la nevrotica Giuliana in "Deserto rosso" (1964). Fu invece il regista Mario Monicelli, su proposta del produttore Fausto Saraceni, a mettere in risalto la naturale verve di attrice comica della Vitti, dirigendola nella commedia "La ragazza con la pistola" (1968), dove interpreta il ruolo di Assunta Patane', ragazza siciliana che insegue fino in Scozia, per vendicarsi, l'uomo che l'ha disonorata, recitato da Carlo Giuffre'. Un successo immediato, che fece scoprire al pubblico quanto intensa e divertente poteva essere l'attrice romana.   Da lì arrivarono le commedie tra cui "Ti ho sposato per allegria" di Luciano Salce e "La cintura di castità" di Pasquale Festa Campanile, con, rispettivamente, Giorgio Albertazzi e Tony Curtis; qualche esperienza internazionale, ed il filone della commedia all'italiana, che ne consacra la Vitti come regina incontrastata. Gira "Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) di Ettore Scola nel 1970, "Gli ordini sono ordini" di Franco Giraldi due anni dopo e "La Tosca" di Luigi Magni nel 1973 in Italia, mentre all'estero Jean Valére la vuole in "La donna scarlatta" (1969), Luis Buñuel in "Il fantasma della liberta'" (1974) e André Cayatte in "Ragione di stato" (1978). 

La tv
Tante le ospitate in tv che la videro sempre protagonista indiscussa, memorabile quella del 1974, con Raffaella Carrà e Mina, nel varietà televisivo "Milleluci", cantando con loro "Bellezze al bagno"; molto tempo dopo, nella stagione 1993-1994, Monica farà parte del cast della trasmissione di Rai 1 "Domenica In". Nell'aprile 2001 fu ricevuta al Quirinale assieme ai premiati del David di Donatello, ma gradualmente iniziò ad allontanarsi dalle scene, per poi ritirarsi definitivamente a vita privata a causa delle sue condizioni di salute. Si mostrerà al pubblico per l'ultima volta nel marzo del 2002, alla prima teatrale italiana di "Notre-Dame de Paris", concedendo anche l'ultima intervista quello stesso anno. 

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